Tumore polmoni:meno rischi per fumatori che bevono vino rosso
Un consumo moderato di vino rosso può diminuire il rischio degli uomini di sviluppare il cancro al polmone. È quanto emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Department of Research and Evaluation di Pasadena, in California, e pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. “Un componente antiossidante del vino rosso può essere protettivo contro il cancro al polmone, in particolare tra i fumatori”, ha spiegato Chun Chao, coordinatore dello studio. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato i dati raccolti attraverso lo California Men’s Health Study, che collegavano i dati clinici del sistema sanitario della California con quelli auto-rilasciati da 84.170 uomini di età compresa tra i 45 e i 69 anni. In pratica, i ricercatori hanno confrontato tutti i dati demografici e gli stili di vita del corposo campione raccolti tra il 2000 e il 2003. Di tutti i casi studiati ne sono stati individuati 210 di cancro al polmone. I ricercatori hanno poi studiato l’effetto del consumo di birra, di vino rosso, di vino bianco e di liquore sul rischio di sviluppare il cancro ai polmoni. Sono state quindi considerate diverse variabili. Ebbene, dai risultati è emerso che tra i partecipanti allo studio vi è stato in media il 2 per cento di rischio in meno associato a chi ha consumato del vino rosso. In particolare, la maggior parte della sostanziale riduzione del rischio è stata riscontrata tra i fumatori che hanno bevuto uno o due bicchieri di vino rosso al giorno. I ricercatori hanno registrato un 60 per cento in meno di rischio di sviluppare il cancro ai polmoni in questa categoria di uomini. “Il vino rosso – ha detto Chao – è noto per il fatto che contiene elevati livelli di antiossidanti. Vi è un composto chiamato resveratrolo, di cui il vino rosso ne è molto ricco perché deriva dalla buccia dell’uva. Questo composto ha dimostrato di apportare significativi benefici per la salute”. Ma i ricercatori hanno anche sottolineato che le conclusioni del loro studio non dovrebbero essere interpretate come un invito a consumare più alcol e fumo.