Appello di AIOM, FAVO, SICO e AIRO a Governo e Regioni: cure a rischio per i malati di cancro con nuovi tagli

No a nuovi tagli alla sanità previsti dalle manovre e dai decreti di spending review, il rischio è quello non poter più garantire trattamenti adeguati ai malati di cancro. Ulteriori penalizzazioni economiche rappresenterebbero una forte limitazione al diritto di cura dei cittadini”. È questo l’appello lanciato giovedì scorso da AIOM, SICO, AIRO e FAVO. Le quattro associazioni hanno inviato una lettera al Premier Mario Monti, al Ministro della Salute Renato Balduzzi, al Coordinatore degli assessori regionali alla sanità Luca Coletto e ai tutti i Governatori delle Regioni nella quale dichiarano la loro preoccupazione per il futuro dei pazienti oncologici. “Comprendiamo le difficoltà legate all’attuale situazione economica italiana – si legge nel documento – e per questo siamo tutti pronti a collaborare per ridurre al minimo sprechi ed inefficienze. Penalizzare i malati di cancro attraverso la riduzione dei servizi non è una scelta etica e soprattutto non porta reali risparmi. Come ha dimostrato il recente Rapporto FAVO-CENSIS sulla condizione assistenziale dei pazienti oncologici le famiglie dei malati devono sostenere oneri economici rilevanti, quasi 3000 euro al mese”. Attualmente 2.250.000 italiani vivono con una diagnosi di cancro e per il 2012 sono previsti 364mila nuovi casi. “Chiediamo alle Istituzioni di non procedere a chiusure e a riduzioni indiscriminate e non previamente discusse e concordate di strutture e di servizi per i pazienti oncologici – affermano nel documento AIOM, AIRO, SICO e FAVO -. Non abbiamo alcuna intenzione di difendere interessi corporativi ma proponiamo che tali problemi vengano affrontati nell’ambito della costruzione di reti regionali, così come previsto dal Ministero della Salute e che le reti nascano da un confronto e collaborazione con le nostre associazioni e quelle dei malati a livello delle singole Regioni. Ci impegniamo a presentare al Ministro della Salute una serie di proposte che possano essere discusse a livello regionale per ridefinire e ottimizzare l’offerta assistenziale ai malati oncologici”. “Siamo certi che tutto ciò avverrà nell’ambito dello spirito collaborativo e nell’interesse dei pazienti. Qualora ciò non avvenisse e ci fossero scelte unilaterali e non concordate – concludono i rappresentati di medici e pazienti -, non esiteremo a manifestare la nostra contrarietà attraverso tutti i mezzi a disposizione, sempre e comunque nell’esclusivo interesse dei malati”.