Fumo passivo: UE accelera, al bando entro il 2012
Il divieto di fumare nei locali pubblici ha ridotto dell’11% gli infarti in Italia e Irlanda, del 17% in Scozia e ancora di più in alcune regioni degli Stati Uniti.
Queste statistiche incoraggiano la Commissione Europea a compiere l’ultimo passo per garantire agli europei, entro il 2012, una protezione completa dall’esposizione al fumo passivo. E’ questo l’obiettivo di una proposta di raccomandazione del Consiglio dei ministri della sanità dell’Unione europea, adottata dall’esecutivo di Bruxelles, su proposta della commissaria alla salute Androulla Vassiliou. Il principio della lotta al fumo passivo era stato stabilito da una convenzione quadro dell’Oms, ma non tutti i firmatari lo hanno ancora ratificato, al contrario dei paesi membri dell’Ue, i quali tuttavia non lo applicano completamente. Il tabagismo, tra spesa sanitaria e incidenza sulla produttività, pesa ancora sul Pil con un taglio dell’1-1,4%. Per non parlare dei decessi che nel 2002, secondo stime prudenti, sono stati 79.000 tra gli adulti dell’UE, dei quali 19.000 non fumatori. Attualmente 10 paesi membri applicano leggi che vietano il fumo nei luoghi di lavoro, nei locali pubblici chiusi, compresi bar e ristoranti; queste norme sono in vigore in Irlanda e Gran Bretagna, mentre in Italia, come in altri sette Paesi, sono previsti spazi chiusi riservati ai fumatori. In tutti gli altri Paesi ci sono soltanto norme che assicurano una protezione generale contro il fumo passivo. Ad incoraggiare la Commissione Europea su questa strada una recente indagine dell’Eurobarometro secondo la quale l’84% degli europei è favorevole al divieto di fumare negli uffici e gli altri luoghi di lavoro, il 77% per il divieto nei ristoranti ed il 61% per il divieto nei bar e nei pubs. Il che fa dire alla Vassilieu: “Sono convinta che ogni cittadino europeo meriti una protezione piena ed intera contro il fumo del tabacco, ed insieme al Consiglio mi impegnerò a fare di questo progetto una realtà”.