La Cassazione: Lo specializzando risponde per gli errori in corsia
Il medico in via di specializzazione risponde in prima persona per gli errori che eventualmente commette nel corso della sua attività. È quanto ha sostenuto la Quarta sezione penale della Cassazione con la sentenza 6981. La Suprema Corte ha così convalidato la condanna a due mesi di reclusione nei confronti di due camici bianchi, tra i quali una dottoressa specializzanda, accusati di avere provocato con condotte colpose indipendenti lesioni personali gravissime a un bambino affetto da un tumore allo stadio iniziale. In particolare, per quel che riguarda il medico in via di specializzazione, la Cassazione ha ravvisato una “colpa per assunzione”. In proposito si fa notare che “lo specializzando non è presente nella struttura per la sola formazione professionale, la sua non è una mera presenza passiva né può essere considerato un mero esecutore d’ordini del tutore anche se non gode di piena autonomia. Se non è o non si ritiene in grado di compiere le attività – ha sottolineato la Suprema Corte – deve rifiutarne lo svolgimento perché diversamente se ne assume le responsabilità”.