Milano, 64% di uomini malati lascia il lavoro per le cure
Sono oltre sei su dieci (64%) gli uomini che in seguito a un tumore hanno dovuto lasciare il lavoro, una percentuale più che doppia rispetto a quella delle donne (29%). A sottolinearlo è Andrea Mascaretti, assessore alle politiche del lavoro e dell’occupazione del Comune di Milano, nel corso di un seminario per la tutela dei lavoratori malati di cancro. ”Nel 2010 – ha spiegato Mascaretti – si stima che nel nostro Paese le persone con esperienza passata di tumore saranno circa 2 milioni, molte tra queste in età da lavoro. Il 17% delle donne occupate è malato di cancro contro il 20% degli uomini, mentre il 40% delle donne affette da una patologia oncologica sono casalinghe”. Le assenze dal lavoro e il successivo rientro, ha detto l’assessore, con l’impossibilità di svolgere mansioni faticose, ”aumentano il rischio di un possibile demansionamento o cambio di lavoro, frequentemente accompagnato da un atteggiamento pregiudiziale e dannoso da parte dei colleghi e dello stesso datore di lavoro”. ”Ritengo sia molto importante promuovere le tutele previste dal decreto attuativo della Legge Biagi. Occorre lavorare tutti insieme perché anche persone affette da patologie oncologiche possano continuare a condurre la loro vita lavorativa in maniera dignitosa”, ha aggiunto Mascaretti. ”Attualmente – ha affermato Giampaolo Landi di Chiavenna, assessore comunale alla Salute – il paziente oncologico si trova a fronteggiare realtà complicate. Macchinosi iter burocratici, difficoltà di socializzazione e il timore di non essere più accettati o di avere performance lavorative inferiori non sono da meno rispetto ai sintomi della malattia o agli effetti collaterali delle terapie, nel compromettere la qualità di vita”. In quest’ottica si potrebbe realizzare la figura dello ‘psicologo aziendale’ – ha concluso – che avrebbe il compito di guidare il paziente a riaffermare il suo ruolo e la sua dimensione umana e professionale nel mondo del lavoro e nell’ambito familiare”.